Papillomavirus: ritorno alla prevenzione dopo la pandemia

Per prevenire l’infezione da HPV lo strumento più importante è la vaccinazione

Il Papillomavirus (HPV) è l’agente virale responsabile del carcinoma della cervice uterina, della vulva, della vagina, dell’ano, del pene e dell’orofaringe, di lesioni precancerose e lesioni genitali esterne benigne (condilomi). Esistono più di 200 tipi di HPV, ma solo alcuni ceppi sono responsabili dello sviluppo di tumori.

Nonostante sia diffusa la percezione, errata, che si tratti di un virus che colpisce solo le donne, esistono consolidate evidenze che anche gli uomini possono contrarre l’ HPV e sviluppare successivamente tumori ad esso correlati.

In Italia, secondo i dati Aiom-Airtum 2017-2018, il tumore della cervice uterina è il secondo tumore più diffuso nelle donne. Ha un’incidenza di 2.400 nuovi casi ogni anno, inoltre quasi 5.000 nuovi casi/anno sono attribuibili ad infezioni croniche di ceppi oncogeni del virus, in toto i tumori della cervice uterina e una quota variabile di quelli di ano, vagina, vulva, pene, cavità orale, faringe e laringe. L’HPV Information Center stima che in Italia, nel 2018, tra i nuovi casi di tumore del collo dell’utero, sono circa 986 le donne che non guariscono e vanno incontro a decesso.

Per prevenire l’infezione da HPV lo strumento più importante è la vaccinazione della popolazione sia maschile che femminile.

I vaccini disponibili contro l’HPV sono vaccini preparati mediante tecnologia del DNA ricombinate, contengono solo proteine L1 sotto forma di particelle simili al virus che stimolano il sistema immunitario alla produzione anticorpale, quindi non sono in grado di causare l’infezione in chi lo riceve. I vaccini ad oggi sviluppati contro l’ HPV sono:

A) Vaccino bivalente (CERVARIX): contro i ceppi HPV 16 e HPV 18; si somministra alle femmine dai 9 anni

B) Vaccino quadrivalente (GARDASIL): contro i ceppi HPV 16, 18, 6 e 11; si somministra alle femmine e ai maschi dai 9 anni

C) Vaccino nonavalente (GARDASIL-9): contro i ceppi HPV 6,11,16,18,31,33,45,52 e 58; copre contro il 90% dei tumori della cervice uterina rispetto al 70% di quello precedente. E' quindi più efficace contro il tumore al collo dell’utero (la forma tumorale per cui il vaccino è stato messo a punto e ampiamente utilizzato nel mondo) ed estende, inoltre, la protezione ad altre forme di cancro HPV- correlate, come il cancro dell’ano, della vulva e della vagina, contro i quali non esiste altra arma né di prevenzione né di diagnosi precoce.

Secondo i nuovi dati del Ministero della Salute sulle coperture vaccinali, nel 2020 la percentuale delle 15enni vaccinate con ciclo completo è risultata del 63,8% , rispetto al 70,3% del 2019. Per i maschi le percentuali di vaccinati con ciclo completo sono state del 24,17% nel 2020 rispetto al 32,25% nel 2019. Siamo quindi lontani dall’obiettivo previsto dal Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2017- 2019 che indica il raggiungimento di una copertura vaccinale ottimale del 95% sia per le ragazze che per i ragazzi.

In Puglia, la vaccinazione anti-HPV è offerta gratuitamente e attivamente ai ragazzi e ragazze nel dodicesimo anno di vita (undici anni compiuti), poiché la protezione è maggiore se viene effettuata prima dell’inizio dell’attività sessuale, e a 25 anni d’età. In altre fasce d’età, che coprono la classe 13-25 anni d’età, è possibile ricevere il vaccino, a richiesta, ad un prezzo “agevolato”, che risulta più basso rispetto al prezzo riservato al pubblico.

È necessario ricordare che esiste un altro alleato nelle strategie di prevenzione dell’infezione da HPV, ovvero il programma di screening per il carcinoma della cervice uterina, dedicato a donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni. Esistono due tipi di test a cui è possibile sottoporsi, gratuitamente, in base alla fascia d’età d’appartenenza: il Pap-test, dedicato a donne dai 25 ai 29 anni e dai 36 a 64 anni (ogni tre anni) e l’HPV-test, dedicato a donne dai 30 ai 35 anni (ogni 5 anni). Infatti, a partire dal 2017, la Regione Puglia ha introdotto l’HPV-test come test di screening principale, in sostituzione del Pap-test, per la fascia di età dai 30 ai 35 anni. Il vaccino contro il papillomavirus è l’arma più efficace per prevenire il tumore del collo dell’utero ma non copre tutti i tipi virali oncogeni: lo screening, quindi, continua ad essere necessario anche per le donne vaccinate.

Per avere maggiori informazioni sui centri vaccinali disponibili nelle ASL pugliesi, visita il sito https://www.sanita.puglia.it/web/pugliasalute/dove-vaccinarsi .

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